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BEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEE!!!
TRACCIA 02/02
RELAZIONI A DISTANZA
Manuela Ciangola, Francesco Masiello
RELAZIONI A DISTANZA
Manuela Ciangola, Francesco Masiello
Manuela Ciangola nasce a Roma (RM) nel 1990. Dopo la maturità scientifica si laurea in architettura a ciclo unico con votazione 110/110 presso l'Università "Sapienza" di Roma con la tesi "Le case di Sabbia: riqualificazione con housing del Lido di Ostia Ponente". Continua a studiare il territorio lidense con workshop tenuti dall'Associazione Italiana di Architettura e critica.
Approfondisce i temi di corpo, spazio e digitale attraverso corsi di scenografia, lighting design presso il Teatro alla Scala di Milano e laboratori di micro-innovazione e renderizzazione.
Semifinalista del Premio "Tuttoteatro alle arti sceniche di Dante Cappelletti" con il progetto EscapeRoom.
Francesco Masiello nasce a Taranto nel 1994. E’ architetto e dottorando di ricerca presso l’Università degli Studi di Roma “La Sapienza”. Oggi svolge attività di ricerca, di didattica e collabora con studi di architettura romani. Dal 2019 è co-fondatore, progettista e editor per il collettivo romano Storthø.
Approfondisce i temi di corpo, spazio e digitale attraverso corsi di scenografia, lighting design presso il Teatro alla Scala di Milano e laboratori di micro-innovazione e renderizzazione.
Semifinalista del Premio "Tuttoteatro alle arti sceniche di Dante Cappelletti" con il progetto EscapeRoom.
Francesco Masiello nasce a Taranto nel 1994. E’ architetto e dottorando di ricerca presso l’Università degli Studi di Roma “La Sapienza”. Oggi svolge attività di ricerca, di didattica e collabora con studi di architettura romani. Dal 2019 è co-fondatore, progettista e editor per il collettivo romano Storthø.
ABSTRACT
Nel Novembre del 1800, Pedro Gonzalez de Sepulveda visita per la prima volta il “gabinetto dell’arte” del diplomatico spagnolo Manuel Godoy annoverando la presenza di numerosi capolavori di nudi femminili: il gabinetto del Principe de la Paz era completamente arredato da un'importante collezione di opere proibite dalla Chiesa e quindi censurate dall’ Inquisizione spagnola. Tra queste vi era la Maja Vestida del Goya, che nascosta attraverso un apposito meccanismo rotante, celava la presenza di un’erotica gemella Desnuda così da renderla invisibile a occhi inquisitori. In un clima culturale diverso ma ancora legato alla tradizione neoclassica, tra il 1928 e il 1929, un giovane Giuseppe Terragni realizza la prima opera razionale dell’architettura italiana: un complesso residenziale in continuità con un fabbricato preesistente, utilizzando un linguaggio del tutto nuovo e moderno. Terragni è consapevole di creare enorme scalpore nella cittadina comasca attraverso il Novocomum nonostante gli elaborati grafici difformi depositati in comune, l’architetto comacino dovrà nascondere dal giudizio popolare il capolavoro architettonico fino alla sua inaugurazione con una grande impalcatura su cui era raffigurata un’immagine altra, reale ma irreale nel suo campo
d’esistenza. Godoy e Terragni sono due figure che si scontrano con le pratiche sociali del loro tempo e con un atto ribelle oltrepassano quel giudizio culturale intrinseco al loro habitus. Hexis inteso come organizzazione unitaria di dispositivi e strutture, strutturate e strutturanti, collegato alla sfera sociale di appartenenza sottende un binomio che oscilla tra ciò che desta e non desta scandalo, tra ciò che deve nascondersi o ciò che può manifestarsi. Alla presenza di un dispositivo censore che risponde all’obbligo di un “non si può” come l’espediente di una doppia pelle o il travestimento nelle opere descritte in precedenza, si è sempre reagito con un “non si può ma...” attraverso l’elaborazione di un dispositivo di eversione che non resta solo un congegno, ma acquista spessore e diventa spazio e costruzione che ingloba e si palesa, ancora di più in un atto eversivo. Per ogni dispositivo censore ci
sarà quindi uno spazio di censura tanto che per ogni atto di eversione sociale, culturale o politica si è sempre sviluppato, in maniera a volte anche naturale, uno spazio d’eversione. L’intenzione realizzativa, volta alla creazione di un contributo sperimentale, vuol essere quindi quella di un patchwork digitale dove citazioni, riflessioni autoriali, interviste e/o registrazioni a terzi si incontrano confluendo in un prodotto eterogeneo che possa evidenziare chiaramente il rapporta tra censura e la sua naturale eversione. A questi contributi saranno intervallati suoni e rumori, segnali che evocano momenti di censura o il loro superamento, utili a comprendere come l’atto - e lo spazio - di censura venga trasformato in un gesto eversivo.
Il contributo multimediale verrà dunque assemblato, attraverso la tecnica di cuci e scuci e di mixaggio sonoro, secondo una sequenzialità narrativa: i segnali di censura o eversione scandiranno dei momenti narrativi in una sorta di lotta e dialogo tra due elementi opposti, mentre citazioni e momenti esplicativi avverranno tramite estrazione sonora indirizzata da ulteriori contributi personali degli autori. La sequenzialità inoltre, tra voci autoriali e voci terze, potrà essere intervallata da diverse tracce strumentali definendo così un ritmo fatto di parole e suoni che scandisce lo storytelling.
L’intento del prodotto finale è di costruire un focus su quanto il dispositivo di censura in architettura arrivi ad elaborare una vera e propria dimensione spaziale eversiva e concreta fatta di materia, percezione e visione con prospettive ingannevoli e doppi abiti che possono essere declinati in doppi modi di abitare lo spazio.
Nel Novembre del 1800, Pedro Gonzalez de Sepulveda visita per la prima volta il “gabinetto dell’arte” del diplomatico spagnolo Manuel Godoy annoverando la presenza di numerosi capolavori di nudi femminili: il gabinetto del Principe de la Paz era completamente arredato da un'importante collezione di opere proibite dalla Chiesa e quindi censurate dall’ Inquisizione spagnola. Tra queste vi era la Maja Vestida del Goya, che nascosta attraverso un apposito meccanismo rotante, celava la presenza di un’erotica gemella Desnuda così da renderla invisibile a occhi inquisitori. In un clima culturale diverso ma ancora legato alla tradizione neoclassica, tra il 1928 e il 1929, un giovane Giuseppe Terragni realizza la prima opera razionale dell’architettura italiana: un complesso residenziale in continuità con un fabbricato preesistente, utilizzando un linguaggio del tutto nuovo e moderno. Terragni è consapevole di creare enorme scalpore nella cittadina comasca attraverso il Novocomum nonostante gli elaborati grafici difformi depositati in comune, l’architetto comacino dovrà nascondere dal giudizio popolare il capolavoro architettonico fino alla sua inaugurazione con una grande impalcatura su cui era raffigurata un’immagine altra, reale ma irreale nel suo campo
d’esistenza. Godoy e Terragni sono due figure che si scontrano con le pratiche sociali del loro tempo e con un atto ribelle oltrepassano quel giudizio culturale intrinseco al loro habitus. Hexis inteso come organizzazione unitaria di dispositivi e strutture, strutturate e strutturanti, collegato alla sfera sociale di appartenenza sottende un binomio che oscilla tra ciò che desta e non desta scandalo, tra ciò che deve nascondersi o ciò che può manifestarsi. Alla presenza di un dispositivo censore che risponde all’obbligo di un “non si può” come l’espediente di una doppia pelle o il travestimento nelle opere descritte in precedenza, si è sempre reagito con un “non si può ma...” attraverso l’elaborazione di un dispositivo di eversione che non resta solo un congegno, ma acquista spessore e diventa spazio e costruzione che ingloba e si palesa, ancora di più in un atto eversivo. Per ogni dispositivo censore ci
sarà quindi uno spazio di censura tanto che per ogni atto di eversione sociale, culturale o politica si è sempre sviluppato, in maniera a volte anche naturale, uno spazio d’eversione. L’intenzione realizzativa, volta alla creazione di un contributo sperimentale, vuol essere quindi quella di un patchwork digitale dove citazioni, riflessioni autoriali, interviste e/o registrazioni a terzi si incontrano confluendo in un prodotto eterogeneo che possa evidenziare chiaramente il rapporta tra censura e la sua naturale eversione. A questi contributi saranno intervallati suoni e rumori, segnali che evocano momenti di censura o il loro superamento, utili a comprendere come l’atto - e lo spazio - di censura venga trasformato in un gesto eversivo.
Il contributo multimediale verrà dunque assemblato, attraverso la tecnica di cuci e scuci e di mixaggio sonoro, secondo una sequenzialità narrativa: i segnali di censura o eversione scandiranno dei momenti narrativi in una sorta di lotta e dialogo tra due elementi opposti, mentre citazioni e momenti esplicativi avverranno tramite estrazione sonora indirizzata da ulteriori contributi personali degli autori. La sequenzialità inoltre, tra voci autoriali e voci terze, potrà essere intervallata da diverse tracce strumentali definendo così un ritmo fatto di parole e suoni che scandisce lo storytelling.
L’intento del prodotto finale è di costruire un focus su quanto il dispositivo di censura in architettura arrivi ad elaborare una vera e propria dimensione spaziale eversiva e concreta fatta di materia, percezione e visione con prospettive ingannevoli e doppi abiti che possono essere declinati in doppi modi di abitare lo spazio.
NOTE BIBLIOFONICHE
0:03 - 0:41: Cfr. Bonmati de Codecido F., (1940) La Duquesa Cayetana de Alba. Maya y musa de D. Francisco de Goya. Traduzione di Franceso Masiello, Ed. Valladolid: Ediciones “Cumbre”
1:24 – 1:45: Cfr. Martinolli A., (2011) Goya, la Maja desnuda e la tredicesima Duchessa d’Alba. Fucinemute.it. Consultato il 08/06/2023. Disponibile da: https://www.fucinemute.it/2011/07/goya-la-maja-desnuda-e-la-tredicesima-duchessa-dalba/
2:23 – 2:48: Cfr. Terragni A., Liebeskind D., Rosselli P. (a cura di) (2004), Atlante Terragni. Ed. Milano: Skira.
3:44 – 4:19: Cfr. Vitale D., (1996) Giuseppe Terragni: opera completa in Ciucci, Giorgio (a cura di). Ed. Milano: Electa.
0:03 - 0:41: Cfr. Bonmati de Codecido F., (1940) La Duquesa Cayetana de Alba. Maya y musa de D. Francisco de Goya. Traduzione di Franceso Masiello, Ed. Valladolid: Ediciones “Cumbre”
1:24 – 1:45: Cfr. Martinolli A., (2011) Goya, la Maja desnuda e la tredicesima Duchessa d’Alba. Fucinemute.it. Consultato il 08/06/2023. Disponibile da: https://www.fucinemute.it/2011/07/goya-la-maja-desnuda-e-la-tredicesima-duchessa-dalba/
2:23 – 2:48: Cfr. Terragni A., Liebeskind D., Rosselli P. (a cura di) (2004), Atlante Terragni. Ed. Milano: Skira.
3:44 – 4:19: Cfr. Vitale D., (1996) Giuseppe Terragni: opera completa in Ciucci, Giorgio (a cura di). Ed. Milano: Electa.
BIBLIOGRAFIA
Bonmati de Codecido F. (1940) La Duquesa Cayetana de Alba. Maya y musa de D. Francisco de Goya. Prima edizione. Traduzione di Francesco Masiello, Valladolid: Ediciones “Cumbre”.
Bordieu P. (2021) Sistema, habitus, campo. Sociologia generale Vol.2. in Pizzo C. (a cura di). Prima edizione. Sesto San Giovanni: Mimesis edizioni
Ciucci G. (a cura di). (1996) Giuseppe Terragni: opera completa. Prima edizione. Milano: Electa
Goya F. (2006) Goya. Prima edizione. Traduzione Manuela Brazao. Lisboa: Lisma.
Saggio A. (2022) Giuseppe Terragni – una biografia critica. Nuova edizione riveduta e ampliata. Siracusa: Lettera Ventidue Edizioni.
Terragni A., Liebeskind D., Rosselli P. (2004) (a cura di), Atlante Terragni. Prima edizione. Milano: Skira.
Bonmati de Codecido F. (1940) La Duquesa Cayetana de Alba. Maya y musa de D. Francisco de Goya. Prima edizione. Traduzione di Francesco Masiello, Valladolid: Ediciones “Cumbre”.
Bordieu P. (2021) Sistema, habitus, campo. Sociologia generale Vol.2. in Pizzo C. (a cura di). Prima edizione. Sesto San Giovanni: Mimesis edizioni
Ciucci G. (a cura di). (1996) Giuseppe Terragni: opera completa. Prima edizione. Milano: Electa
Goya F. (2006) Goya. Prima edizione. Traduzione Manuela Brazao. Lisboa: Lisma.
Saggio A. (2022) Giuseppe Terragni – una biografia critica. Nuova edizione riveduta e ampliata. Siracusa: Lettera Ventidue Edizioni.
Terragni A., Liebeskind D., Rosselli P. (2004) (a cura di), Atlante Terragni. Prima edizione. Milano: Skira.
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