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DI-A-DA-IN-CON-SU-PER-TRA-FRA.
TRACCIA 01/05
SPAZI DI CONFINE O LA PROMESSA DELLA SOGLIA
Beatrice Moretti
SPAZI DI CONFINE O LA PROMESSA DELLA SOGLIA
Beatrice Moretti
Beatrice Moretti è architetto e PhD presso il dAD della Scuola Politecnica di Genova. Dal 2010 al 2015 è stata ricercatrice presso il Comune di Genova Urban Lab e l'Autorità Portuale di Genova. Dal 2015 è ricercatrice e assistente del Coastal Design Lab. Nel 2018 co-fonda caarpa; nello stesso anno è Guest Researcher presso la Delft University of Technology. Dal 2020 collabora alla didattica del DAStU del Politecnico di Milano ed è docente per il dAD nel Seminario Internazionale di Progettazione Architettonica Villard. Dal 2021 è co-curatrice della serie di eventi BOOK TALKS Ricerche in collaborazione con il dAD e il Politecnico di Torino.
ABSTRACT
Sembra non esserci più bisogno dello spazio fisico per stabilire relazioni ma cresce sensibilmente la necessità di luoghi per riconoscersi. L'espansione del concetto di spazio che si afferma in architettura soprattutto in epoca postmoderna rinnova l'interesse verso i confini concettualizzando lo spazio.
Riflettendo sull'idea di ‘spazio di confine’ o ancora di più sull'idea del confine come spazio proprio, nella preposizione che lega lo spazio e il confine si specifica la natura della relazione che intercorre tra i due, ossia si chiarisce il tipo di attributi che il confine conferisce allo spazio.
Il confine, il bordo, emerge dalla necessità di fissare linee di forza, a riconoscere una differenza e a consacrare l'esistenza di un'alterità attraverso la regolamentazione.
Una barriera serve a tenere cose, persone e luoghi da una parte mentre l'esistenza di varchi dà la possibilità di spostarsi da un lato all'altro creando appunto una soglia. In tal modo essa diventa un dispositivo inclusivo dove tempi e luoghi sono sul punto di cambiare neutralizzandosi; Si tratta di alterazioni che non rimangono distanti dal muscolo della vita, figure cruciali che si collocano al centro delle città.
Sostituendo l'idea di statica di confine con quella di soglia, infatti, si moltiplicano le potenzialità applicative degli spazi marginali ponendo le basi per la ricerca di una futura connessione.
Comprendere la natura dei confini nelle loro trame ci esercita allo stare fianco a fianco malgrado le rispettive particolarità aspettando di essere parte di un'unica realtà rendendo, in altre parole, la percezione del distacco come successivo contatto.
Sembra non esserci più bisogno dello spazio fisico per stabilire relazioni ma cresce sensibilmente la necessità di luoghi per riconoscersi. L'espansione del concetto di spazio che si afferma in architettura soprattutto in epoca postmoderna rinnova l'interesse verso i confini concettualizzando lo spazio.
Riflettendo sull'idea di ‘spazio di confine’ o ancora di più sull'idea del confine come spazio proprio, nella preposizione che lega lo spazio e il confine si specifica la natura della relazione che intercorre tra i due, ossia si chiarisce il tipo di attributi che il confine conferisce allo spazio.
Il confine, il bordo, emerge dalla necessità di fissare linee di forza, a riconoscere una differenza e a consacrare l'esistenza di un'alterità attraverso la regolamentazione.
Una barriera serve a tenere cose, persone e luoghi da una parte mentre l'esistenza di varchi dà la possibilità di spostarsi da un lato all'altro creando appunto una soglia. In tal modo essa diventa un dispositivo inclusivo dove tempi e luoghi sono sul punto di cambiare neutralizzandosi; Si tratta di alterazioni che non rimangono distanti dal muscolo della vita, figure cruciali che si collocano al centro delle città.
Sostituendo l'idea di statica di confine con quella di soglia, infatti, si moltiplicano le potenzialità applicative degli spazi marginali ponendo le basi per la ricerca di una futura connessione.
Comprendere la natura dei confini nelle loro trame ci esercita allo stare fianco a fianco malgrado le rispettive particolarità aspettando di essere parte di un'unica realtà rendendo, in altre parole, la percezione del distacco come successivo contatto.
NOTE BIBLIOGRAFICHE
00:26 - M. Carboni, B. Radice (a cura di), Ettore Sottsass. Metafore, Skira, Milano, 2002.
02:03 - P. Zanini, Significati del confine. I limiti naturali, storici, mentali, Bruno Mondadori Editore, Milano, 2000.
02:30 - S. Crotti, Figure architettoniche: soglia, Edizioni Unicopli, Milano, 2000.
03:00 - S. Zukin, Landscape of Power, University of California Press, Berkeley, CA, 1991.
00:26 - M. Carboni, B. Radice (a cura di), Ettore Sottsass. Metafore, Skira, Milano, 2002.
02:03 - P. Zanini, Significati del confine. I limiti naturali, storici, mentali, Bruno Mondadori Editore, Milano, 2000.
02:30 - S. Crotti, Figure architettoniche: soglia, Edizioni Unicopli, Milano, 2000.
03:00 - S. Zukin, Landscape of Power, University of California Press, Berkeley, CA, 1991.
03:13 - V. Turner, Dal rito al teatro, Il Mulino, Bologna, 2014 (1982).
05:55 - S. Unwin, Doorway, Routledge, London & New York, 2007.
06:25 - G. Simmel, Bridge and Door, in Theory, Culture & Society Journal, vol. 11, 5 – 10, 1994 (1909). (Traduzione dal tedesco all’inglese di Mark Ritter; traduzione dall’inglese all’italiano di Beatrice Moretti).
05:55 - S. Unwin, Doorway, Routledge, London & New York, 2007.
06:25 - G. Simmel, Bridge and Door, in Theory, Culture & Society Journal, vol. 11, 5 – 10, 1994 (1909). (Traduzione dal tedesco all’inglese di Mark Ritter; traduzione dall’inglese all’italiano di Beatrice Moretti).
TRACCIA
audiomagazine critico teorico di architettura
redazione@tracciazine.it